In seguito, Paolo dovette sedere nella conferenza che Pietro tenne a Gerusalemme, nella quale dichiarò: "Fratelli, voi sapete che dall'inizio Dio scelse tra voi me, affinché dalla mia bocca gli stranieri udissero la Parola del vangelo e credessero" (15:7). Apparentemente, Dio aveva determinato che il risveglio fra i Gentili avvenisse ad opera di qualcun altro. Per quanto ne sapesse Paolo, il suo compito era quello di rimanere in seconda fila, a guardare quello che sarebbe accaduto.
Cosa pensate avvenne nella mente di Paolo, mentre subiva tutte queste cose? La verità era che in tutto questo - nel suo disappunto, nel dolore e nelle minacce alla sua vita - Dio stava insegnando al suo servo qualcosa di vitale: Paolo stava imparando ad accontentarsi di un passo dopo l'altro.
In seguito, quando Paolo predicò in Antiochia, il suo messaggio fu occasione di disputa fra i capi giudei. Perciò Paolo dichiarò: "Ecco, ci rivolgiamo agli stranieri" (Atti 13:46). Paolo predicò ai non ebrei, e molti si convertirono, "e la Parola del Signore si diffondeva per tutta la regione" (Atti 13:48-49). Ma prima che Paolo potesse assaporare la vittoria, "...i Giudei istigarono le donne pie e ragguardevoli e i notabili della città, scatenando una persecuzione contro Paolo e Barnaba, che furono cacciati fuori dal loro territorio" (13:50).