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Se c'è qualcuno che, fra il crescere del male e l'inondare dei vizi, può convertirsi dalle cose passeggere, periture e caduche, all'ascolto della parola di Dio e dei comandamenti celesti, costui edifica nel suo cuore l'arca della salvezza, e consacra in sé, per cosi dire, la biblioteca della parola divina, collocandovi come lunghezza, larghezza e altezza: la fede, la carità, la speranza. Estende la fede nella Trinità alla lunghezza e immortalità della vita, fonda la larghezza della carità nei sentimento del perdono e della benevolenza, innalza l'altezza della speranza alle cose celesti ed eccelse; infatti, camminando sulla terra, ha la sua vita nei cieli (cfr Fil 3, 20); riferisce all'uno la somma delle sue azioni. Infatti sa che tutti corrono, ma uno solo riceve la palma (1 Cor 9, 24), cioè chi non è stato molteplice per la mutevolezza dei pensieri e l'instabilità dell'animo. Però costruisce questa biblioteca non con legni rozzi e grossolani, ma con legni quadrati e diritti secondo la linea della giustizia, cioè non con gli autori del mondo, ma con i libri dei profeti e degli apostoli.